In fondo al corridoio non riusciva mai ad arrivarci.
A destra trovava la cucina.
A sinistra il salotto sempre chiuso: non sia mai che arrivi qualche ospite importante.
Più avanti le camere, quelle bastanti per tutti.
E in fondo il buio.
Aveva tentato molte volte di spingersi più avanti: oltre la soglia della luce tutto si annebbiava, repentinamente. Allora aveva chiesto agli altri abitanti della casa se avessero la stessa percezione, se si fossero spinti fino là. Nessuno sembrava comprendere quella curiosità: oltre il buio non c’è niente, tutto finisce, non c’è casa, non c’è vita, non c’è niente, quindi perché stare male per questo insensato bisogno di sapere?
Perché?
Forse perché il mondo che stava nella luce non gli piaceva più. Tutto si basava sui gusti, sulle scelte, sulle opinioni, sulla bravura, sulle capacità, sulla voglia di mettersi alla prova, sulla forza di crescere, di conquistare, di elevarsi oltre la massa, tutto si basava su qualcosa, mentre lui non sentiva di volersi appoggiare alla vita. Tutto cercava radici corte con rami lunghi. Tutto cercava fiori e frutti, mentre dentro di sé lui sentiva solo la palude della delusione.
Avrebbe potuto vivere ancora, senza scosse, nelle comode stanze che conosceva, eppure nulla era più bello e terrificante di quel corridoio buio. Se fosse stato un pozzo non avrebbe avuto nessun pensiero, nessuna curiosità: troppo pauroso, non si entra in un pozzo, neppure con una scala ben in vista. Ma il corridoio è un’altra cosa, è una strada, non si deve cadere per conoscerlo.
Così fece un passo oltre la luce.
E si fermò.
Sentiva le voci e le grida del mondo, ancora più vicine, mentre sorseggiava la speranza di novità.
Fece altri passi, perdendosi, lacerando a ogni passo il suo passato. Rimase nudo, buttando nel vuoto ogni vecchia scelta, ciascun volto che avesse significato qualcosa.
Infine spogliò il cuore dalle impronte degli sguardi subiti.
E di lui non si sa altro.
Questo mi fa paura.
Nessuna nuova stagione, nessun autore a riscrivere la trama, nessun abbonamento da rinnovare.
Di questo giorno sento il sapore nuovo di una sconfitta che illumina.
Guardo il corridoio buio e faccio un passo, penso a lui, che ho conosciuto solo in un racconto.